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Una disputa ancora irrisolta


Le prime relazioni diplomatiche tra l’URSS e l’impero giapponese risalgono al 20 gennaio 1925, quando a Pechino fu firmata la Convenzione sui principi fondamentali tra i due Paesi. L’intesa fu interrotta in seguito all'occupazione (prevista dagli accordi di Yalta) delle Isole Curili da parte dell’Armata rossa l’8 agosto 1945. Il ripristino dei legami diplomatici tra Mosca e Tokyo avvenne soltanto nel 1956, ma senza un vero e definitivo accordo di pace.


Con la caduta dell’Unione Sovietica (1991), le isole sono entrate sotto la giurisdizione della Federazione russa, nonostante delle lunghissime trattative (ancora oggi i due contendenti non sono riusciti a stringere un patto di pace chiaro e conclusivo). La più grande preoccupazione del Giappone (e di conseguenza anche quella degli USA) è legata alle attività militari della Russia nell’area meridionale delle Isole Curili. Non a caso, di fronte alle esercitazioni militari russe nei mesi di febbraio e giugno di quest'anno, il Giappone ha protestato apertamente per ben due volte contro la Russia: <<...l'armamento delle quattro isole, compresi questi esercizi, non corrisponde alla nostra posizione riguardo alle isole ed è inaccettabile>> ha affermato Katsunobu Kato, il Segretario generale del Gabinetto dei ministri del Paese. Probabilmente, la militarizzazione dell’area da parte della Russia è una risposta all’alleanza militare instaurata tra il Giappone e gli Stati Uniti d’America: <<Spero che le domande che abbiamo formulato agli interlocutori giapponesi sulle minacce alla sicurezza poste dall'alleanza militare con gli Stati Uniti vengano prese sul serio...>> ha detto il ministro degli affari esteri russo Sergej Lavrov, affermando che il Giappone già in passato aveva assicurato la Russia che non avrebbe mai concesso il dispiegamento di armamenti stranieri sul suo territorio (visto che costituirebbero una minaccia per Mosca) ma con la suddetta alleanza sta dimostrando l’opposto. Per smorzare le tensioni, Vladimir Putin ha proposto di coinvolgere anche il Giappone nello sviluppo economico delle isole: <<Lei sa che stiamo lavorando da tanto tempo con i nostri partner giapponesi al fine di creare le condizioni necessarie per i partecipanti alle attività economiche. Ne abbiamo discusso con Lei. Ci sono buoni sviluppi. Ha ottime proposte>> ha detto il presidente russo rivolgendosi al primo ministro Mikhail Mishustin ancora prima del suo viaggio intrapreso il 26 luglio 2021 alle Isole Curili. Durante la visita, il Premier russo ha affermato che sta discutendo sulla possibilità di introdurre un regime doganale libero ed eliminare alcune tasse. La visita di Mishustin non è piaciuta affatto al Segretario Generale del Governo Katsunobu Kato, il quale ha sottolineato il fatto che Tokyo ha chiesto più volte a Mosca di annullare la visita del Primo Ministro russo. Non essendo stata ascoltata, l'ambasciatore russo è stato richiamato e ha protestato contro queste iniziative che non coincidono con il punto di vista giapponese.


Anche se la posizione del Giappone rimane quella di riportare le isole sotta la propria sovranità, per i Russi sono fondamentali non solo per le risorse minerarie e i metalli rari presenti, ma anche per il loro valore strategico elevato, in quanto permettono alla flotta russa l’accesso diretto all’oceano Pacifico. Per ciò, sembra difficile che i Russi rinuncino alle isole, soprattutto di fronte alle parole del presidente Putin, che ha affermato che il dialogo dovrebbe continuare tenendo conto degli emendamenti costituzionali già introdotti, che vietano l'alienazione dei territori russi.


Tuttavia, le relazioni tra il Giappone e la Federazione russa si possono considerare buone. Infatti, non mancano le collaborazioni nell’ambito economico - politico e anche se la questione delle Isole Curili non sembra avere una fine, è poco probabile che il Giappone interrompa gli accordi raggiunti finora con i Russi, soprattutto perché la priorità odierna non è la Russia ma è quella di contenere l’espansione cinese nell’area.

 

Fonti:

BBC News


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