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Tensioni tra Russia e Svezia

Immagine del redattore: Maxim BuracMaxim Burac

Nel corso del XVII secolo, mentre l’Impero russo era alla ricerca di un nuovo sbocco sul mare, quello svedese, uscito vittorioso dalla ‘’Guerra dei trent’anni’’, assunse il controllo di alcune postazioni strategiche nell’Europa Settentrionale, diventando un attore particolarmente influente nell’area. Tuttavia, tra il 1700 e il 1721, i territori dell’Europa settentrionale e orientale furono interessati dalla “Grande guerra del Nord”, un sanguinoso conflitto che ebbe come principali protagonisti Pietro il Grande, primo imperatore russo, e Carl XII, giovane re di Svezia. La Russia ebbe la meglio e Stoccolma fu costretta a rinunciare a quasi tutti i suoi possedimenti nella regione del Baltico. Il conflitto segnò l'affermazione della Russia come nuova potenza europea, ai danni della Svezia che scelse di adottare la linea della neutralità.


Oggigiorno, però, la situazione è profondamente cambiata e la neutralità svedese non è più così scontata. La Svezia, infatti, sta partecipando sempre più intensamente alle esercitazioni militari della NATO. Inoltre, lo scorso dicembre, la maggioranza del Parlamento svedese si è espressa a favore della cosiddetta “Opzione NATO”, che menziona la possibilità di entrare a far parte dell’alleanza transatlantica.


Anche se per il momento non si tratta di un impegno vero e proprio, questa scelta dimostra come la Svezia continua ad essere preoccupata dalle attività russe – “È la conseguenza della situazione che si è sviluppata dopo l'aggressione russa alla Georgia, l'annessione della Crimea, il conflitto in Ucraina, le attività in Bielorussia, il potenziamento delle capacità militari russe, le esercitazioni complesse, l'attività nell'Artico e nell'area del Mar Baltico” afferma Peter Hultqvist, ministro della Difesa svedese. A causa di tali azioni, la Svezia ha anche aumentato le spese militari nel disegno di legge sulla difesa 2021 – 2025, definito da Hultqvist come “il più grande investimento per la difesa dagli anni ’50”.


Durante gli incontri del 24 e 25 marzo tra i vertici dei ministri degli Esteri dei paesi della NATO, a cui hanno partecipato anche i delegati della Svezia e della Finlandia, è stata discussa la visione NATO 2030, che considera ancora la Federazione Russa tra le più grandi minacce alla sicurezza euro-atlantica. Al termine dell’incontro il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, per dimostrare ancora di più la sua avversità verso la Russia, ha aggiunto – “Chiediamo l'immediato rilascio di Navalny e degli altri attivisti arrestati”. A quest’affermazione ha risposto Maria Zakharova, portavoce del ministro degli Esteri russo, che ha invitato la Nato ad affrontare i propri problemi interni con gli Stati membri dell’alleanza. In aggiunta, giovedì 25 marzo il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha risposto all’affermazione di Stoltenberg sul fatto che la Russia stia ignorando le richieste di tenere incontri – “Mosca è pronta per un dialogo equo, rispettoso e sostanziale. Finora non ci sono state tali iniziative da parte dei nostri colleghi”.


Secondo l’ultimo rapporto della FOI (Agenzia di ricerca sulla difesa svedese), i membri della NATO non sono preparati ad un conflitto di grandi dimensioni. La Russia potrebbe conquistare i Paesi baltici in pochi giorni a causa delle poche esercitazioni militari fra gli alleati. Tuttavia, un simile attacco potrebbe avvenire solo se verso i russi dovesse pervenire una grande minaccia dall’occidente. L’agenzia riporta anche che la Russia impedirà a tutti i costi l’adesione della Svezia o della Finlandia al Patto Atlantico, minacciando anche con armi nucleari.


Sulla base dell’ultimo sondaggio sottoposto ad un campione della popolazione svedese nel dicembre scorso, il 33% degli intervistati si è detto d’accordo all’entrata della Svezia nell’alleanza transatlantica, mentre il 35% era contrario e la restante percentuale è rimasta indecisa sulla scelta. Sembrerebbe crescere la volontà dei cittadini svedesi di aderire alla NATO, considerando che soli 5 anni fa il 50% si era dichiarato contrario. Tuttavia, il ministro degli Esteri svedese Ann Linde, durante una delle ultime conferenze sulla sicurezza, ha sottolineato che la NATO resterà uno stretto partner in futuro, ma la Svezia manterrà la sua politica di non allineamento militare.


Se la Svezia dovesse decidere di entrare nell’alleanza transatlantica, il fragile equilibrio nella regione verrebbe a mancare, poiché solo la Finlandia rimarrebbe Paese neutrale, posto che la Polonia, la Germania, la Danimarca e la Norvegia ne fanno già parte. La Russia, inoltre, è già alle prese con un altro problema, consistente nelle continue pressioni sulla Germania da parte della nuova amministrazione statunitense sul Nord Stream 2, il progetto di gasdotto russo considerato da Biden “una cattiva idea per gli USA e per l’UE”. Queste frizioni rischiano di spingere Mosca ancora di più verso Pechino.

 

Fonti

Ansa, Euroactive, Huffingtonpost

 
 
 

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