
Secondo il giornale “Internazionale” per russofobia si intende un sentimento di ostilità e antipatia per il popolo e la cultura russa. Nel libro “Russofobia. Mille anni di diffidenza” di Guy Mettan, il fenomeno viene descritto come <<…un sentimento complesso. Esiste un odio passivo, che consiste nello sfruttare un momento di debolezza momentanea della Russia per instaurarvi un ordinamento favorevole o impadronirsi delle sue risorse…Ma esiste anche una russofobia attiva, aggressiva, che si manifesta al contrario quando la Russia ritrova le sue forze, e la preoccupazione diventa quella di impedirle di acquisire troppa importanza>>.
Con l’inizio del XXI secolo abbiamo assistito a molteplici accuse da parte dell’Occidente nei confronti della Federazione russa: è stata accusata per un intervento troppo duro in Cecenia (probabilmente ha impedito la nascita di un califfato nel Caucaso), le è stata addossata ogni responsabilità per il caso Boeing MH17 ancora prima di avere i risultati definitivi delle indagini, sono state criticate le operazioni russe in Siria (sebbene fossero eseguite anche per combattere lo Stato islamico); e nonostante non ci siano ancora delle prove concrete le autorità russe sono state accusate di ingerenze nelle elezioni presidenziali americane del 2016 e responsabili per il caso Skripal e quello di Navalny.
Anche quando è la stessa Russia a soffrire non le viene risparmiata alcuna critica. Per esempio, la colpa per l’incidente aereo sopra Überlingen del 2002 (che provocò la morte di 71 persone) fu attribuita ai piloti russi e passarono diversi anni prima che i veri responsabili chiedessero scusa per l’accaduto. Nella strage di Beslan del settembre 2004, la stampa occidentale ha condannato più la gestione di Putin che l’attacco jihadista (contrariamente al trattamento ricevuto dai capi di Stato europei in seguito ai recenti attacchi terroristici). La Russia ancora oggi viene dipinta dai media occidentali come “aggressore” nel conflitto russo–georgiano del 2008 (nonostante la commissione guidata da Heidi Tagliavini dimostrò l’opposto) e unica responsabile degli avvenimenti in Ucraina del 2014, stranamente senza fare accenno alla rinascita di un nucleo filonazista tra gli estremisti ucraini e agli interessi dei cittadini russofoni – <<“l'Ucraina si sta lentamente ma inesorabilmente trasformando in una sorta di antipodo della Russia, in una sorta di anti-Russia”>> ha dichiarato Vladimir Putin il 14 maggio durante l’incontro del Consiglio di Sicurezza russo.
Ora è logico domandarci se questa russofobia sia un fenomeno apparso di recente oppure se abbia delle radici più antiche. La russofobia apparse principalmente nel 1054 con lo scisma fra cattolici e ortodossi, mentre la sua versione moderna nacque con Luigi XV, che fece redigere un falso testamento di Pietro il Grande, nel quale lo zar avrebbe assegnato ai suoi successori il compito di sottomettere l’intera Europa. Soltanto nel 1879, nella ricerca di un alleato contro la Germania, Parigi denunciò la falsità di tale documento.
Per quanto riguarda la russofobia inglese, ricordiamo che prima dell’avvento di Napoleone, l’Inghilterra aveva un rapporto piuttosto amichevole con la Russia. Soltanto in seguito alla sconfitta dell’imperatore francese, gli inglesi ripresero il documento di Luigi XV per generare il fenomeno di russofobia contro l’espansione russa in Asia, cominciando di fatto “Il Grande gioco”.
In Germania, la russofobia nacque più tardi, alla fine dell'800, durante il tentativo tedesco di costituire il proprio spazio vitale, il cosiddetto “Lebensraum”. Essendo bloccati da francesi e inglesi a ovest, i tedeschi decisero di espandersi a est (ben due volte!). La russofobia tedesca si rafforzò con il testo “La guerra civile europea 1917-1945” di Ernst Nolte. Nella sua opera Nolte presentava il nazionalsocialismo come una reazione al bolscevismo e ritraeva i soldati tedeschi come i difensori dell’Europa. Alcuni Paesi ex sovietici hanno ripreso l’opera di Nolte nel tentativo di riscrivere la propria storia. Presentandosi come vittime dei russi, la Polonia e i Paesi baltici da anni stanno cercando di minimizzare la vittoria dell’URSS (quindi dei russi) nella Seconda guerra mondiale (dove persero la vita circa 26 milioni di cittadini russi).
Ancora più recente è la russofobia negli USA. Con la caduta del nazismo, il comunismo divenne il male assoluto. Iniziò così la guerra fredda e la lotta per la libertà e la democrazia.
Dobbiamo ammettere che a volte la società anglosassone fa coincidere il benessere dell’umanità con il proprio modo di pensare e allo stesso tempo induce a escludere l’esistenza di una cospirazione contro la Russia, in quanto il conflitto con l’Occidente si basa su un mero approccio culturale, spesso carente di una conoscenza storica e pieno di pregiudizi. A questo punto è utile riflettere sulla domanda di Guy Mettan – <<Siamo credibili e onesti quando parliamo della Russia?>>.
Fonti – Internazionale, Limes, Il Sole 24 ore, “Russofobia. Mille anni di diffidenza” di Guy Mettan
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