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Omicidio Sankara: un giallo internazionale

Immagine del redattore: Giuseppe GilibertoGiuseppe Giliberto


Il 15 ottobre del 1987 fu una data che la popolazione del Burkina Faso non dimenticherà mai. In questa data venne ucciso il padre fondatore del paese, Thomas Sankara, presidente dell’ex colonia francese dal 1983 al 1987. Inizialmente Sankara ricoprì una posizione importante all’interno dell’esercito dell’Alto Volta, per il quale combatté nel conflitto contro il Mali nel 1972, in quella che passerà alla storia come la Guerra di confine, conflitto del quale Sankara non era fortemente convinto, in quanto lo considerava come uno scontro fratricida.


Negli anni’80 Sankara cominciò a ricoprire delle importanti cariche politiche: nel 1980 venne nominato sottosegretario all’informazione durante la presidenza del colonnello Saye Zerbo e nel 1982, in seguito a un colpo di stato messo in atto da Jean-Baptiste Ouédraogo, ottenne la carica di Primo Ministro. Durante questi due governi, il giovane Sankara ebbe modo di acquisire sempre più consensi sia da parte dell’esercito che, soprattutto, dalla popolazione, la quale all’epoca era fortemente scontenta dei governi Zerbo e Ouédraogo.


Nel 1983 il governo dell’Alto Volta e i suoi alleati (governo francese), cominciarono a preoccuparsi della sempre più crescente popolarità che Sankara stava ottenendo e il Governo ne ordinò l’arresto. Questo arresto, però, non sortì gli effetti sperati e di fatto, nel giro di poco tempo, Thomas Sankara, forte del sostegno di gran parte della popolazione e di una parte dell’esercito, effettuò un colpo di stato deponendo Jean-Baptiste Ouédraogo. In questo golpe, il giovane capitano fu supportato anche dall’amico e compagno d’armi Blaise Compaoré, il quale aveva ricoperto un ruolo importante anche durante i colpi di stato che portarono al potere Zerbo e Ouédraogo.


Una volta al potere, Sankara diede il via ad una serie di riforme rivoluzionarie all’interno del Paese africano. Per prima cosa, cambiò il nome del paese che venne ribattezzato Burkina Faso, ovvero “patria degli uomini integri”. Sotto la sua guida la nazione e la popolazione burkinabe conobbero un periodo di benessere nel quale il governo mise in campo una serie di riforme sociali ed economiche volte al benessere della popolazione. Senza contare il fatto che in quegli anni il Burkina Faso fu uno dei Paesi africani nel quale venne portata avanti con successo una campagna vaccinale contro il tifo, per la quale il paese ricevette i complimenti di molte organizzazioni umanitarie, tra le quali l’UNICEF.


La figura di Sanakra, sebbene fosse molto amata dal popolo burkinabe, non trovava molte simpatie a livello internazionale. Tra i principali oppositori del giovane presidente vi erano il governo francese e il signore della guerra liberiano Charles Taylor.


I primi i conflitti cominciarono a sorgere per motivi prettamente economici in quanto Sankara si rifiutava di pagare i debiti contratti dal suo paese con gli ex coloni e lui incitava anche gli altri Stati africani a seguire il suo esempio, mentre con Taylor i dissidi cominciarono a sorgere nel 1987, periodo nel quale quest’ultimo stava pianificando il suo colpo di stato in Liberia. Sankara, non solo non approvò il piano golpista di Taylor, ma si rifiutò anche di fornire supporto logistico al suo esercito in Burkina Faso.


Dopo questo rifiuto, ovviamente mal digerito da Taylor, quest’ultimo decise di spostarsi verso un’altra ex colonia francese ovvero il Ciad. Proprio qui, molto probabilmente, vi fu l’incontro tra il signore della guerra e un diplomatico francese. I due decisero di eliminare Sankara e di rimpiazzarlo con qualcuno di loro gradimento e la scelta, in questo caso, ricadde sull’amico fraterno di Sankara, ossia Blaise Compaoré.


Come abbiamo accennato all’inizio dell’articolo, il 15 ottobre 1987 Thomas Sankara venne ucciso, con Compaoré che, subito dopo la sua morte, si autoproclamò nuovo presidente del Burkina Faso. Una volta al potere abolì tutte le riforme messe in atto dal suo predecessore, facendo ritornare il paese nel caos e nella povertà e la vicenda dell’omicidio Sankara venne messa a tacere dallo stesso Compaoré.


Per circa trent’anni, Compaoré governò incontrastato sul Burkina Faso. Tuttavia, nel 2014 fu costretto a dimettersi e a fuggire in esilio in Costa d’Avorio. Nel 2015 con l’insediamento del nuovo governo guidato da Roch Marc Christian Kaboré, vennero riaperte le indagini sull’omicidio di Thomas Sankara. Nel 2021, la Corte di Giustizia di Ouagadougou, grazie anche alla testimonianza di Momo Gibah (membro del commando che uccise Sankara) riuscì ad ottenere un quadro più chiaro delle dinamiche che portarono alla morte di Sankara. Nell’aprile di quest’anno, la Corte è riuscita ad incriminare Blaise Compaoré. Tra gli imputati, oltre all’ex presidente, vi sono anche il generale burkinabe Gilbert Diendéré e altri 14 uomini. Compaoré molto probabilmente verrà processato in contumacia, in quanto protetto dalla protezione diplomatica da parte del governo ivoriano. Secondo quanto emerso dalle indagini, l’esecutore materiale di Sankara fu proprio Compaoré, mentre il generale Diendéré avrebbe guidato il commando che mise in atto l’agguato.

 

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