La partnership italo-qatariota. Il settore della difesa avvicina i due Paesi
- Valerio Manzo
- 19 mar 2021
- Tempo di lettura: 3 min

Negli ultimi anni l’Italia e il Qatar hanno sviluppato una solida alleanza, soprattutto nel settore della difesa. Una netta accelerazione è arrivata nel 2017, quando il piccolo emirato è stato sottoposto ad un pesante embargo diplomatico, economico e logistico da parte di Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein ed Egitto. L’inizio della crisi, con l’isolamento e la sensazione di pericoloso accerchiamento che ne sono derivati, ha indotto il Qatar a trovare interlocutori ai quali rivolgersi per ottenere il potenziamento della propria deficitaria struttura militare, in particolare con l’aggiunta di nuovi mezzi a disposizione delle forze armate.
Già poco dopo l’introduzione dell’embargo il Qatar ha firmato un contratto dal valore di quasi 7 miliardi di dollari per l’acquisto di ventiquattro caccia multiruolo Typhoon prodotti dal consorzio Eurofighter, che comprende alcune grandi aziende europee, compresa l’italiana Leonardo. Quest’ultima, che detiene il 37% delle quote del consorzio, è stata incaricata di fornire circa il 60% di tutta la componente avionica a bordo dei Typhoon.
Nell’agosto 2017 i governi di Roma e Doha hanno ufficializzato la conclusione di un contratto tra Fincantieri e il Ministero della Difesa del Qatar. L’intesa, dal valore di circa 5 miliardi di euro, riguarda l’acquisto da parte qatariota di sette navi da guerra attualmente in corso di costruzione nei cantieri del gruppo italiano. Si tratta, nello specifico, di quattro corvette della lunghezza di oltre 100 metri, una nave anfibia e due pattugliatori, tutti da consegnare alla Marina Militare del Qatar entro il 2024. La costruzione degli scafi, iniziata nel 2018, coinvolge anche Leonardo per la parte degli armamenti. Come ha evidenziato al momento dell’accordo l’allora Ministro degli Esteri, Angelino Alfano, l’accordo non si limita solo a un contratto di vendita, trattandosi anche “di una collaborazione di lunga durata finalizzata, per i prossimi 15 anni, anche alla manutenzione, all’assistenza tecnologica e all’addestramento con il supporto, per quest’ultimo aspetto, del ministero italiano della Difesa”.
A marzo 2018, il Ministro della Difesa qatariota Al Attiyah e i vertici di Leonardo hanno siglato un contratto per l’acquisizione di ventotto elicotteri NH-90 del consorzio europeo Nh Industries, di cui la società italiana detiene una quota del 32%. Con questa commessa, dal valore complessivo di circa 3 miliardi di euro, l’emirato si è assicurato sedici elicotteri in configurazione terrestre TTH e dodici in configurazione navale NFH, con capacità di guerra anti-som e anti-nave, destinati alla difesa tanto delle coste quanto delle piattaforme gasiere offshore.
Nello stesso periodo, la Fabbrica d’Armi Pietro Beretta ha costituito con Barzan Holding - società facente capo al Ministero della Difesa del Qatar - la joint venture BINDIG, tramite un contratto del valore di circa 200 milioni di dollari. L’iniziativa è nata dalla volontà dell’emirato di dotare le forze governative locali di nuove armi (come pistole 92 FS e fucili d’assalto ARX 160 e ARX 200).
Sul piano istituzionale, invece, lo scorso novembre è stato raggiunto un importante accordo tecnico tra l’Aeronautica Militare italiana e quella del Qatar. In occasione della visita del Ministro della Difesa Lorenzo Guerini a Doha, infatti, le parti hanno concordato di collaborare nell’addestramento in Italia dei piloti militari qatarioti destinati alle linee da combattimento della QEAF (Qatari Emiri Air Force).
Sia Doha che Roma hanno tutto l’interesse a mantenere vivo e forte il legame formatosi. Grazie al saldo rapporto con il mondo politico-istituzionale e imprenditoriale italiano, il Qatar ha raggiunto un duplice risultato: da una parte ha rafforzato la propria presenza in Europa, dove l’Italia rappresenta uno dei principali alleati statunitensi, e nel critico contesto libico, dove l’Italia ha fin da subito sostenuto il governo di accordo nazionale, del quale il Qatar è storico e principale sponsor assieme alla Turchia; dall’altra parte ha pragmaticamente ottenuto un nettissimo potenziamento di una struttura militare deficitaria, fondamentale soprattutto in virtù dell’isolamento e dell’accerchiamento al quale è stato costretto dall’estate 2017. Su quest’ultimo punto, la crescita nel settore militare è tanto più importante date le recentissime indiscrezioni su una possibile alleanza difensiva di tipo militare per Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein e Israele (si parla di una Middle East Strategic Alliance, anche nota come “NATO araba” o “NATO mediorientale”), che escluderebbe l’Iran, la Turchia e proprio il Qatar.
Quanto all’Italia, invece, l’ottima partnership con il piccolo emirato è rilevante innanzitutto per la questione energetica: il Qatar, infatti, è il terzo maggior venditore di gas naturale all’Italia (dopo Russia e Algeria) e il primo di gas naturale liquefatto. Inoltre, il robusto legame con Doha consente all’Italia di continuare a dialogare con entrambi gli schieramenti coinvolti nella lunga e ancora duratura disputa interna alla sfera sunnita del mondo islamico. Il riferimento è soprattutto agli accordi e alle relazioni sviluppate dallo Stato italiano con l’Egitto, da diversi anni acerrimo nemico del Qatar e interlocutore estremamente importante per Roma in virtù della sua posizione geografica nello scacchiere del Mediterraneo.
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