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Il “muro di Berlino” nel deserto

Immagine del redattore: Nisrine JouiniNisrine Jouini

Lo scorso 23 gennaio è scattato il termine entro il quale i mercenari e le forze straniere avrebbero dovuto abbandonare la Libia.


Secondo l’Intelligence statunitense, le forze libiche del generale Haftar, aiutate dai mercenari russi della “Wagner”, stanno costruendo una mega trincea da Sirte fino alla base area di al-Jufra.


In Libia, ad oggi, sono infatti presenti circa ventimila forze straniere e mercenarie. I mercenari russi della Wagner combattono, ormai da mesi, con l’LNA di Haftar, mentre il presidente Serraj, il cui governo è riconosciuto come legittimo dall’ONU, è affiancato dai mercenari siriani provenienti dalla Turchia e coordinati da ufficiali dell’esercito di Ankara presenti a Misurata e al-Watya.


Il coinvolgimento della Russia nella guerra libica è cresciuto nell’ultimo periodo a tal punto che c’è il forte rischio che l’esercito russo potrebbe addestrare le forze di Haftar.


Però, questa presenza rischia di portare ad uno scontro diplomatico con l’Italia, visto che quest’ultima appoggia e difende il governo di Serraj. Il tutto, nonostante la forte influenza del Cremlino nella vicenda della liberazione dei pescatori siciliani arrestati in Libia.


Ma perché la Russia è andata in Libia?


Questa ingerenza conferma quello che si era già visto in Siria, una politica aggressiva e interventista. Infatti, la Russia ha interessi economici legati al petrolio e alla vendita di armi. Ma, il punto principale della sua politica estera, come nel caso della Siria, è legato all’ambizione di tornare ad essere una grande potenza negli equilibri del mondo.


Infatti, da sempre, Mosca ha cercato di ritagliarsi un suo spazio nel mondo attraverso uno sbocco sul Mediterraneo. La forte influenza su Damasco spinge le ambizioni russe ad essere sempre più forte e presente anche in territorio libico. Due posizioni strategicamente fondamentali per le aspirazioni geopolitiche del Paese.


Lo scorso 28 gennaio gli Stati Uniti hanno richiesto il “ritiro immediato” delle forze russe e turche dalla Libia. La richiesta arriva alla vigilia dell'incontro a Mosca tra il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e il vicepremier del governo di accordo nazionale libico Ahmed Maiteeq per discutere della cooperazione bilaterale tra la Russia e il Paese nordafricano.


Le operazioni attuate sia dalla Turchia che dalla Russia avvalorano ancora di più la volontà politica di entrambe di costruire sfere di influenze durature.


L’Agenzia Nova ha riportato una notizia molto attuale e importante. Stanno circolando con insistenza, sia sui media libici che sui canali social, le immagini di un volantino diffuso a Sirte con minacce in lingua russa e araba indirizzate ai mercenari del gruppo russo Wagner e dei Janjaweed sudanesi, alleati delle forze dall’autoproclamato Esercito nazionale libico (LNA) del generale Haftar. L’autenticità dei volantini ad ora non può essere verificata.

Se venisse confermata, questo rappresenterebbe l’ennesimo passo verso l’acuirsi di una situazione militare costantemente in crisi e ben lontana dall’avere una soluzione finale o, per quanto possibile, anche solo un minimo equilibrio.

 
 
 

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