
L’assalto del 6 gennaio 2021 al Congresso degli Stati Uniti d’America produce conseguenze concrete anche al di fuori dei confini statunitensi. Il governo canadese, infatti, ha inserito i Proud Boys in una lista di 13 organizzazioni considerate “entità terroristiche”. Di quest’elenco fanno parte, tra gli altri, 3 gruppi legati ad Al Qaeda, 4 all'Isis e 1 ad un gruppo armato del Kashmir.
"Il gruppo e i suoi membri hanno apertamente incoraggiato, pianificato e condotto attività violente contro coloro che percepiscono essere contrari alla loro ideologia e convinzioni politiche", ha sottolineato il governo canadese. L'esecutivo, nel riconoscere l’importante ruolo che hanno ricoperto i Proud Boys nella realizzazione dell’attacco a Capitol Hill, definisce l’organizzazione come neofascista, articolata in strutture semiautonome situate negli Stati Uniti, in Canada e a livello internazionale. Il Canada è il primo paese al mondo a designare ufficialmente il gruppo come terrorista.
Il movimento è stato fondato nel 2016 da Gavin McInnes, co-fondatore del magazine Vice, noto per sostenere e diffondere teorie maschiliste e sul suprematismo bianco. Mcinnes definisce "ironiche" (nel senso di volte a “trollare”) le sue affermazioni razziste, misogine e omofobe, sebbene in alcune sue pubblicazioni online (su riviste che sostengono il suprematismo bianco, come American Renaissance) si descriva come un sostenitore della razza. I membri del gruppo, rigorosamente solo maschi, si definiscono “sciovinisti occidentali” e affermano di essere una forza "difensiva" contro i musulmani e i gruppi ritenuti appartenenti alla sinistra estrema, dai quali sentono l’obbligo di proteggere la popolazione americana. Negli ultimi mesi i Proud Boys hanno partecipato a comizi pro-Trump, sono scesi per le strade contro le manifestazioni dei Black Lives Matter e hanno accolto l’invito dell’ex Presidente a protestare contro le misure restrittive imposte in vari Stati americani per combattere la diffusione del coronavirus.
Il dibattito attorno al rapporto tra Trump e i Proud Boys si è acceso nel settembre 2020, in occasione del primo confronto televisivo tra Biden e Trump, i due candidati alla Casa Bianca. Trump, infatti, non ha voluto prendere le distanze dagli atti di violenza perpetrati nei mesi precedenti dal gruppo. Al contrario, l’ex Presidente ha invitato i Proud Boys a “stand back and stand by”, ovvero ad aspettare e tenersi pronto, perché “qualcuno dovrà fare qualcosa contro la sinistra”. I Proud Boys hanno immediatamente celebrato il commento del Presidente, tanto che alcuni di loro hanno aggiunto la frase "Stand Back, Stand By" al proprio logo. L’attuale leader del gruppo, Enrique Tarrio, ha detto alla CNN di avere interpretato la frase di Trump come un invito a continuare nel loro operato e, di conseguenza, a partecipare all’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio, come del resto aveva ampiamente annunciato lo stesso Tarrio nei giorni precedenti la manifestazione.
La decisione del governo canadese comporta gravi conseguenze per i membri del gruppo: la polizia potrà sequestrare beni, bloccare conti bancari e vietare loro l'ingresso in Canada. Enrique Tarrio ha bollato la decisione come “ridicola”, reclamando per il proprio gruppo i “diritti di libertà di parola e di partecipazione ai comizi". Quanto alle possibilità che gli Stati Uniti seguiranno il Canada e designeranno i Proud Boys come entità terroristica, la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, ha risposto che gli Usa hanno in corso una revisione dell'estremismo interno e che ogni decisione sarà presa in seguito.
Non è da escludere che presto possano esserci conseguenze anche per gli altri gruppi coinvolti nel grave assalto a Capitol Hill. Gli occhi sono ovviamente puntati sui sostenitori della teoria QAnon, una diffusa teoria del complotto secondo cui Trump sarebbe vittima di una cospirazione che gli impedirebbe di smascherare i veri “padroni del mondo”, un network internazionale di satanisti pedofili e trafficanti di esseri umani appartenenti all’establishment finanziario, economico e politico, sia americano che internazionale.
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