
Da quando il Regno Unito ha deciso di seguire un nuovo e autonomo corso politico lontano dai palazzi di Bruxelles si sta guardando intorno nel tentativo di stipulare nuovi accordi e rafforzare vecchie alleanze politico-economiche in tutto il Mondo.
Nel tentativo di creare un polo politico che riesca ad attrarre nuovi e fiorenti accordi con altri Paesi, Londra ha deciso di puntare sul fiore all’occhiello della sua politica estera. Parliamo dell’organizzazione “Five Eyes”, alleanza di intelligence che riunisce, insieme alla Gran Bretagna, Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda e Canada.
Con riferimento a questa necessità politica, assume un valore importante e significativo la notizia che vorrebbe un’inclusione del Giappone in questo accordo strategico. Già gli Stati Uniti, durante l’amministrazione Trump, avevano avviato una lunga campagna diplomatica con Tokyo (in una chiave chiaramente anti cinese) e questa collaborazione ha portato alla raccolta e alla condivisione di informazioni fondamentali sui campi di detenzione degli Uiguri.
Sembra che questa sinergia non abbia rappresentato un semplice stratagemma strettamente collegato all’obiettivo finale (sfruttando la vicinanza geografica tra Giappone e Cina). Anzi, quanto trapela è indice della volontà anglo-americana di testare la capacità nipponica di lavorare al fine di comprendere quanto possa essere vantaggioso l’ingresso del Giappone nel Five Eyes.
Quest’ultima non è affatto nuova a collaborazioni con altri Stati, anzi. Il Five Eyes ha avuto e mantieni buoni rapporti da diverso tempo con lo stesso Giappone, con Israele e con la Corea del Sud. Mai, prima di qualche settimana fa, si era pensato di allargare il numero dei membri stabili dentro l’organizzazione.
Il possibile e tanto chiacchierato ingresso nipponico, come è facilmente e largamente pronosticabile, non è affatto casuale. Considerata la volontà di tenere a freno le ambizioni geopolitiche della Cina, gli Stati Uniti tengono molto a questo ingresso e alla condivisione di informazioni con il Giappone. Inoltre, lo stesso Regno Unito ne trarrebbe importanti vantaggi. Nonostante l’uscita dall’UE, Londra rimarrà un punto di riferimento importante per la collaborazione europea in materia di intelligence e sicurezza. Ma poter rafforzare il Five Eyes, dove Londra ha un ruolo centrale, sarebbe di vitale importanza.
La verità, però, è che la Cina fa paura. I ricchi investimenti cinesi in Europa, i quali potranno trovare nell’intesa con l’Italia un importante e iniziale lascia-passare, hanno messo ulteriormente in guardia Washington e anche la neo amministrazione Biden non potrà rimanere indifferente.
Sempre in riferimento al timore intorno alla continua espansione di Pechino nel Mondo, anche il governo di Boris Johnson sta pensando alle prime contromisure.
Londra, infatti, aveva inizialmente stipulato un accordo che permetteva al colosso cinese Huawei di partecipare, seppur in misura limitata, alla realizzazione del 5G. Ora, invece, gli Inglesi sarebbero intenzionati a ritirarsi dall’accordo e promuovere, attraverso i Paesi membri del Five Eyes e altri Stati partner, una nuova alleanza per trovare insieme delle alternative tecnologiche all’avanguardia e valide con la prospettiva di contrastare la forza produttiva dell’azienda di Shenzhen.
Insieme ai membri fissi della suddetta organizzazione, c’è la volontà di includere anche altri Paesi vicini al Regno Unito come l’India, oltre i già citati Corea del Sud e Giappone.
La mission britannica però non si fermerebbe qui. Ci sarebbe la volontà di boicottare l’azienda cinese spingendo i Paesi che entrerebbero in questo gruppo, che potrebbe essere denominato “D10”, di respingere ogni forma di collaborazione con Huawei. Questa volontà costituirebbe un forte corollario delle sanzioni economiche imposte al colosso tecnologico cinese da parte del Dipartimento del Tesoro americano.
Per quanto ambizioso e, politicamente parlando, strategico possa definirsi questo progetto, sorgono alcune domande e dubbi.
Prima di tutto, il Regno Unito sta pensando di separarsi da Huawei ma ad oggi nessun passo ufficiale è stato fatto in questa direzione. Ci sarà ancora da aspettare e non è dato sapere o immaginare, più o meno concretamente, quando questo possa accadere.
In secondo luogo, c’è un dubbio pratico da risolvere. Quanto un’alleanza di intelligence, quale è il Five Eyes, sarà in grado di modificare la propria natura e volgere, seppur una parte della sua attività, verso una collaborazione tecnologica-industriale?
Infine, quanto è forte e diffuso questo spirito anti cinese nel Mondo? Certamente gli Stati Uniti, al di là delle differenze nei programmi politici e nella governance, tra Donald Trump e Joe Biden non potranno ignorare la crescente minaccia alla loro leadership geopolitica mondiale proveniente da Pechino. Dall’altra parte, la vicinanza geografica del Giappone e della Corea del Sud potrebbero aumentare i timori dei due Paesi e spingerli verso questo progetto.
Sembra che ci siano tutti i presupposti per poter affermare che questo possa essere il primo passo verso un ennesimo scontro geopolitico tra il vecchio campione in carica americano e il giovane e ambizioso pretendente cinese.
Non resta che vedere gli sviluppi diplomatici e negoziali della vicenda.
Fonti:
https://www.startmag.it/mondo/five-eyes-con-india-giappone-e-corea-del-sud-per-unintesa-anti-huawei/
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