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Boko Haram: il gruppo jihadista che terrorizza la Nigeria


La compagine jihadista Boko Haram, di ispirazione talebana, nacque verso la fine degli anni ’90 nella Nigeria settentrionale, più precisamente nella regione del Borneo. A dar vita a questo gruppo fu Ustaz Mohamed Yusuf, un imam di Madiguri studioso salafita, il quale esortava la popolazione nigeriana ad un ritorno al vero Islam, invitandola ad eliminare dalla società molti dei comportamenti tipici del mondo Occidentale. L'obiettivo di Yusuf e del suo gruppo era chiaro: la creazione di uno Stato Islamico in Nigeria; fu così che nacque il Boko Haram, che tradotto sta a significare «l’educazione occidentale è peccato».


Sotto la guida di Yusuf, il Boko Haram cominciò nei primi anni del duemila ad espandersi nelle regioni settentrionali della Nigeria, acquisendo sempre più consenso tra la popolazione, in particolare tra le fasce emarginate per motivi sociali-economici-politici. Nei primi mesi del 2009 la parte settentrionale della Nigeria (regione prevalentemente musulmana), divenne teatro di scontro tra il Boko Haram e le forze dell’ordine nigeriane. Gli jihadisti compirono attacchi sia contro le forze di polizia sia contro le popolazioni cristiane e musulmane presenti nella regione. In quel lasso di tempo vennero uccise 14 persone e molte chiese e moschee vennero distrutte dal gruppo jihadista.


Nel luglio 2009 il governo nigeriano decise di rispondere al gruppo jihadista, ordinando all’aviazione un attacco aereo contro una base del Boko Haram. Nel corso di questo attacco le forze militari nigeriane riuscirono a catturare e uccidere Yusuf. A questo punto i superstiti del gruppo, rimasti senza un leader, iniziarono a contendersi la leadership, in particolare Abubakar Shekau (braccio destro di Yusuf) e Mamman Nur (camerunense anche lui appartenente al Boko Haram). Gli Jihadisti si riorganizzarono eleggendo come nuovo leader Abubakar Shekau. favorito dalle origini non nigeriane di Nur.


Sheakau si dimostrò fin da subito un leader carismatico e spietato, di fatto sotto la sua guida le violenze messe in atto dal Boko Haram nei confronti del popolo nigeriano si moltiplicarono considerevolmente. Sheakau si dimostrò un leader duro e autoritario anche con gli stessi membri del Boko Haram, non furono rari i casi in cui ordinò di uccidere dei membri del gruppo con opinioni diverse dalle sue. Shekau provvide, inoltre, a riorganizzare anche la struttura del gruppo jihadista; venne istituito un gruppo di consiglio della Shura, al quale sarebbe spettato il compito di coordinare le attività del gruppo e si componeva di cellule semi-autonome volte a svolgere varie attività del gruppo come: sequestri di persona, propaganda, reclutamento e persino una cellula che si occupa del mantenimento delle famiglie dei membri uccisi. Tutt’ora, per finanziare le attività, il gruppo è solito ricorrere a furti, razzie e sequestri di persona, forte di una considerevole disponibilità di uomini, in particolare a seguito dell’attacco alla prigione di Bauchi nel 2010.


Numerosi sono i contatti con altri network jihadisti quali Al-Qaeda nel Maghreb islamico, i somali di Al-Shabaab, Al-Qaeda e lo Stato Islamico che garantiscono al gruppo supporto dal punto di vista della propaganda, dell’addestramento e della fornitura di armamenti. Nel corso degli anni il gruppo è riuscito ad espandersi anche in altri paesi vicini come per esempio in Niger (luogo nel quale i jihadisti sono riusciti ad infiltrarsi sfruttando i flussi migratori), in Ciad ed in Camerun(luogo nel quale sono stati rinvenuti dei centri di addestramento).


Sottoposti a Shekau, vi sono altri due membri di grande importanza all’interno del gruppo, Mamman Nur e Khalid al-Barnawi. Il primo, di origine camerunense, risulta essere una figura molto importante per il gruppo, grazie ai suoi contatti all’interno dell’universo jihadista. I due diedero vita ad una scissione all’interno del Boko Haram, creando il movimento Ansaru; i principali motivi di questa scissione furono per lo più dovuti ad alcuni disaccordi dei due con la leadership di Shekau, colpevole dal loro punto di vista della perdita di molti avamposti conquistati dal Boko Haram, oltre ad una leadership totalitaria. Questo progetto godeva anche del sostegno dello Stato Islamico, verso il quale i due volevano spingere il Boko Haram, estromettendo di conseguenza Shekau, il cui operato non era molto gradito. Questo piano ovviamente fallì in seguito all’arresto di Khalid al-Barnawi e alla morte di Mamman Nur.


Il califfato islamico, tuttavia, non volendo rinunciare ad una posizione nel continente africano, decise di cercare un nuovo referente al posto di Shekau sostenendo Abu Musab Al-Barnawi, leader dell’ ISWAP, gruppo nato in seguito ad una scissione interna al Boko Haram. Al-Barnawi altri non è che il figlio maggiore del fondatore del Boko Haram, Ustaz Mohamed Yusuf.


Nel maggio del 2021 le truppe dell’ISWAP riuscirono a penetrare all’interno di un campo base del Boko Haram situato nella foresta di Sambisa. In questa irruzione venne anche ucciso il leader del Boko Haram Abubakar Shekau, il quale si fece esplodere proprio nel momento in cui stava trattando la sua resa con l’ISWAP.


Con la morte di Shekau è auspicabile una fusione del Boko Haram con l’ISWAP e di conseguenza un’affiliazione del gruppo jihadista africano allo Stato Islamico. Parallelamente occorrerà valutare la posizione dei fedelissimi di Shekau, ormai ridotti al minimo, considerando la bassa popolarità della quale il loro leader all’interno del gruppo. Da tenere in considerazione sarà anche la posizione dello Stato Islamico, in quanto il terrorismo musulmano generalmente non vede di buon occhio il popolo africano.


Nonostante ciò, secondo gli analisti, un altro grande punto di forza sarebbe il consenso popolare che il Boko Haram/ISWAP potrebbe ottenere nelle regioni settentrionali della Nigeria, considerate come l’area più povera del paese, situazione della quale gli jihadisti potrebbero tranquillamente approfittare per permeare il tessuto sociale facendo leva sul malcontento. Occorre tener presente inoltre che, considerato l’avvicinamento allo Stato Islamico, potrebbe portare il Boko Haram/ISWAP potrebbe espandersi oltre i confini nigeriani in maniera sempre più pressante di quanto non abbia fatto negli ultimi anni. Si stima che al giorno d’oggi le vittime del Boko Haram si aggirino intorno alle 30.000 unità.

 

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