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Alleanza vista Ankara

Immagine del redattore: Vanni NicolìVanni Nicolì

Quelli che stiamo vivendo sono giorni molto importanti per il Medio Oriente e l’area orientale del Mediterraneo. Un contesto che sta attirando una crescente attenzione per il pericolo nucleare paventato a più riprese da Teheran e per le nuove strategie politiche di Ankara che si sta avvicinando sempre di più all’Arabia Saudita.


Considerando questi due scenari e soprattutto quello turco, alcuni Paesi stanno iniziando a prendere le misure per delle contromosse politiche. L’obiettivo è quello di non rimanere schiacciati da un sistema di accordi a loro sfavorevoli.


A tal proposito, non è possibile non soffermarsi sull’iniziativa diplomatica che ha unito, recentemente, Israele e Grecia. I due Stati hanno dichiarato che firmeranno un accordo (anche se non è stata ancora resa nota la data della firma) che porterà ad una collaborazione tra il Governo ellenico e il Ministero della Difesa israeliano.


Secondo alcune fonti internazionali, l’accordo avrà un valore di 1,68 miliardi di dollari circa, sarà valido per venti anni e prevede l’acquisto, da parte della Grecia, di dieci aeromobili M-346, la manutenzione degli aeromobili T-6 e la fornitura di simulatori, mezzi di addestramento e di supporto logistico. Inoltre, queste apparecchiature militari saranno parte di una scuola di volo per l’Aeronautica ellenica e sarà gestita da Elbit Systems (società di elettronica e difesa internazionale). La scuola di volo sarà modellata sul modello dell’accademia dell’aeronautica militare israeliana.


Massima soddisfazione è stata espressa da entrambe le parti soprattutto perché tale accordo suggella ulteriormente i già proficui rapporti tra Atene e Gerusalemme. Infatti, già nel 2015, c’era stata la stipula di un patto militare e di una partnership strategica in tema energetico. Il primo, definito “Accordo sullo status delle forze”, prevedeva l’unione delle due sponde del Mediterraneo attraverso l’organizzazione di attività di addestramento militari congiunte e di operazioni di cooperazione nei rispettivi territori. Se nel 2015, però, si parlava solo di scambio del personale militare, ora invece compare una vera e propria vendita di armi.


Questo importante e significativo cambio di rotta da parte di Atene coincide con una volontà ancor più forte. Il Governo ellenico ha infatti aumentato il budget a disposizione per la Difesa, raddoppiando la cifra e passando ai 5,5 miliardi di euro nel 2021.


L’indicazione di questi dati, sia economici che negoziali, non è casuale, anzi. Il tutto è una conferma di una chiara volontà politica. Sia Israele che la Grecia si stanno muovendo versa un chiaro contenimento della minaccia turca. I recenti avvicinamenti di Erdoğan con Putin e il principe saudita Mohammed Bin Salman rischiano di accerchiare ulteriormente Gerusalemme e di mettere in ombra il suo ruolo nel Medio-Oriente.


Per quanto riguarda la Grecia, invece, la situazione è leggermente diversa. Negli ultimi giorni abbiamo assistito a tentativi negoziali con la Turchia che sembrerebbe intenzionata a riaprire il dialogo anche con l’Unione Europea. Atene però non ha molta fiducia nei confronti del vicino di casa turco e non vuole farsi trovare impreparata davanti a qualunque possibile scenario. Inoltre, ad essere in gioco è anche Cipro che non riesce a trovare una soluzione nei rapporti con la Repubblica Turca cipriota a nord dell’isola nonostante i numerosissimi tavoli di trattative aperti.


 

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